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Sia fatta la tua volontà

Pubblicata il:  12 Maggio 2021



Prosegue la lettura del Padre nostro dalla fine al principio, a cura di fra Emanuele Rimoli, proposta dal mensile San Bonaventura informa.

«Quando si parla di volontà di Dio sorgono spontanee domande come “Cosa è? Come si riconosce? Come si mette in pratica?”. Si tratta di domande legittime, da non sminuire. L’unica pecca è che, non essendo collocate in una cornice di senso, possono esser vittima di un certo razionalismo o pragmatismo – come se sapere garantisca automaticamente di riconoscere e addirittura di praticare la volontà di Dio. Mi pare, invece, che la cornice sia ben individuata da Olivier Clement quando dice: “La volontà di Dio non è un volere giuridico, ma un influsso di vita, ciò che dona l’esistenza e la rinnova quando essa è smarrita. La volontà di Dio è innanzitutto la creazione stessa, l’universo stesso interamente sostenuto dai logoi, le parole sussistenti del Diopoeta [=creatore]. È inoltre la storia della salvezza, il drammatico dialogo d’amore tra Dio e l’umanità, perché «tutti gli uomini siano salvati» [1Tm 2,4]. Per questo ogni giorno bisogna pregare perché tutti siano salvati”.

Ci sono tutti gli elementi: la vita donata e rinnovata; l’allusione alla misericordia e alla vita nuova; la creazione e quindi la storia sorrette e condotte dalla provvidenza; la storia della salvezza che riguarda tutta l’umanità; e la nostra personale partecipazione a quell’unico obiettivo della volontà di Dio, ovvero la salvezza di tutti – meglio reso come “che ognuno nella sua umanità possa godere dell’amore del Signore, liberamente (senza ambiguità o doppi fini) e creativamente (in modo personale, differenziato e senza costituire scandalo per nessuno)”.

Dunque potremmo già dedurre: coltivare la fiducia che nella storia è in atto la benevolenza di Dio che vuole un rapporto amoroso e libero con noi (necessariamente al plurale) – in cui è Lui a fare il primo passo, approfittando di qualsiasi “crepa” di disponibilità – già questa è una prima disposizione per cogliere “cosa sia e come funzioni” la sua volontà.

Ma nel versetto del Padrenostro c’è quella specificazione che potrebbe suonare alquanto strana: «come in cielo così in terra». Le parole di Agostino nella Lettera a Proba sciolgono il nodo: «Quando diciamo “sia fatta…” domandiamo a Lui la grazia dell’obbedienza, perché la sua volontà sia adempiuta da noi, come in cielo viene compiuta dagli angeli» (Ep 130,11). È il cuore della richiesta: il Padrenostro è la preghiera di Gesù consegnata ai suoi discepoli, perciò ognuna delle invocazioni apre agli uomini l’orizzonte della sua vita». (E.R.)

 
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