Il 9 marzo 2023, una delegazione della “University of Religions and Denominations” di Qom in Iran ha visitato la Pontificia Facoltà San Bonaventura - Seraphicum. La delegazione è stata guidata dall'Ayatollah Nawab, rettore dell'ateneo, insieme ad alcuni professori universitari e rappresentanti dell'ambasciata iraniana presso la Santa Sede. In rappresentanza del Seraphicum, il rettore fra Raffaele Di Muro, insieme a fra Tomasz Szymczak, docente della facoltà e segretario generale dell’Ordine Frati Minori Conventuali e fra Silvestro Bejan, docente e responsabile per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso del Convento dei Santi XII Apostoli in Roma, hanno accolto la delegazione.
L’incontro è cominciato con una visita della facoltà, in particolare delle aule e della biblioteca. Durante la visita, l’Ayatollah Nawab si è rivolto con un discorso agli studenti della facoltà sottolineando il ruolo che ebbe San Francesco di Assisi per porre fine alla guerra, al tempo delle crociate, e ha espresso la sua vicinanza alla spiritualità francescana. L’Ayatollah ha valorizzato la spiritualità e il messaggio francescano, augurando agli studenti provenienti dalle diverse parti del mondo un buon cammino di preparazione per essere messaggeri di pace nei loro paesi di origine.
La visita è proseguita con l’incontro tra il rettore del Seraphicum, fra Raffaele Di Muro, che ha illustrato le attività della facoltà, i diversi percorsi di studio e gli ambiti di ricerca della facoltà, e il rettore dell’ateneo di Qom, che a sua volta ha descritto le attività della università delle religioni di Qom presentandone i corsi e le aree di interesse. Uno dei temi che l’Ayatollah ha sottolineato come di particolare importanza per gli studiosi iraniani è stato proprio lo stile di Francesco d’Assisi e, in generale, la spiritualità e la mistica francescane. Il suo discorso si è concluso illustrando l’obiettivo e il messaggio della Università delle religioni di Qom manifestato anche da questa visita, sottolineando che i veri grandi ostacoli per l’incontro tra mondo islamico e cristiano non sono le differenze, ma l’ignoranza e la paura.
Sheikh Abdul Karim Paz, docente della università di Qom e amico del Santo Padre dai tempi in cui entrambi vivevano a Buenos Aires, ha preso la parola citando alcuni passi dell’enciclica Fratelli tutti, e ha evidenziato l’importanza di questo incontro e del cammino intrapreso dicendo: “la nostra presenza a Roma è un segno che le mani per scambio della pace si sono raggiunte”. Fra Silvestro Bejan, riconoscendo il valore dell’incontro, ha quindi sottolineato che dopo che le mani si sono “raggiunte”, è necessario mettersi in cammino per conoscersi bene e camminare insieme verso il bene comune di ogni uomo e per la fraternità universale.
In seguito, l’incontro è continuato con il confronto e lo scambio d’idee sulle diverse domande sull’uomo in relazione alla spiritualità e alle diverse problematiche che l’umanità sta affrontando nel mondo di oggi. Per la delegazione è stato molto importante ascoltare il parere dei docenti cristiani sulle diverse domande, e hanno mostrato interesse per le parole di fra Raffaele che ha cercato di rispondere a partire dalle posizioni del Magistero della Chiesa Cattolica, in particolare degli ultimi Papi. Per promuovere un cammino congiunto, fra Silvestro ha proposto di organizzare un convegno sui mistici dal mondo islamico e francescano. L’idea è stata accolta con caloroso favore da parte della delegazione. L’incontro si è concluso con l’invito ufficiale dell’ayatollah Nawab ai frati di visitare l’Iran e l’Università di Qom e un reciproco scambio di regali.
Fra André RAHBAR
Pubblicata il: 13 Marzo 2023
Condividi questo articolo