Fra Pietro Riario da Savona, il “fraticello” cresciuto da papa Sisto IV e poi divenuto cardinale, è il personaggio del mondo francescano raccontato da fra Francesco Costa in San Bonaventura informa.
«Aveva 28 anni il cardinale Pietro Riario quando chiuse gli occhi alla luce. Era religioso professo dei Frati Minori Conventuali. Sebbene fosse suo lontano parente, Sisto IV volle annoverarlo tra i nipoti. Il futuro Papa compì probabilmente questa scelta in seguito al seguente intreccio di parentela: poiché il piccolo Pietro Riario era rimasto orfano della madre naturale Bianca Beccalla (aveva appena tre anni), il padre del piccino, Paolo Riario, sposò in terze nozze Bianca Della Rovere, sorella germana del Pontefice, che divenne madre adottiva del piccolo Pietro. Ignorando questi rapporti di parentado, vari autori ancor oggi scrivono, erroneamente, che Pietro Riario era figlio naturale di Paolo Riario e di Bianca della Rovere, sorella del Papa.
Li smentisce un cronista dell’epoca, Giovanni di Iuzzo, che attesta: “Papa Sisto si allevò un suo fraticello chiamato frate Pietro”. In altri termini, fra Pietro Riario fu tirato su, allevato, dal futuro Sisto IV come suo nipote. Così lo definì lo stesso Sisto IV quando circa nel 1464 donò al giovane quattro codici miniati del Beato Giovanni Duns Scoto e Francesco Mairone: “nepos meus”, mio nipote. E così lo chiameremo anche noi. Scolaro diligente, ligio alle direttive dello zio p. Francesco, ormai rinomato docente e profondo filosofo e teologo, Pietro Riario, compì gli studi elementari a Savona, spostandosi a Voghera per essere iniziato alla lingua latina. Orfano anche del padre (1457), nel 1458, Pietro Riario raggiunge inaspettatamente lo zio a Siena, ivi pubblico docente. Motivo? Intende anche lui far parte dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. Accertate le serie intenzioni del nipote, p. Della Rovere lo rimanda a Savona per il noviziato e la professione religiosa (1465-66). Di spiccata intelligenza, dopo altri studi preliminari in Patria, fra Pietro è inviato dallo zio a Chieri presso un dotto maestro di latino. Passa, quindi, agli Studi Generali di Filosofia e di Teologia, che compie a Pavia, Padova, Venezia, Bologna, Perugia, Siena, Ferrara, sempre con esiti brillanti.
Sacerdote venticinquenne a Roma nel 1470, qualche anno prima era divenuto Magister in sacra pagina (non è certo se abbia frequentato lo Studio Generale dei Minori Conventuali ai SS. XII Apostoli o la “Sapienza” di Roma), facendosi presto conoscere nell’ambiente colto della Città Eterna accanto allo zio, che nel 1467, da Ministro Generale dei Minori Conventuali, era stato insignito da Paolo II della porpora cardinalizia. Grande l’emozione del giovane Riario quando, lui presente in conclave come “maestro di camera” del card. Francesco Della Rovere, proprio il Della Rovere il 9 agosto 1471, succedeva a Paolo II nella cattedra di San Pietro con il nome di Sisto IV.
È sempre emblematica la creazione dei primi cardinali da parte di un nuovo pontefice. Sisto IV dovette subito convincersi che nel governo della Chiesa e dello Stato pontificio non poteva fidarsi del Collegio cardinalizio, all’interno del quale vari porporati erano asserviti a signori e monarchi esterni allo Stato della Chiesa. Di conseguenza, il 16 dicembre 1471, creando i primi cardinali, papa Della Rovere eleva alla porpora due suoi nipoti: il nostro Pietro Riario (d’anni 26) con il titolo presbiterale di San Sisto, e il cugino Giuliano Della Rovere (d’anni 28, futuro Giulio II), con il titolo presbiterale di San Pietro in Vincoli, assegnando a Pietro il prestigioso incarico di Segretario per i Rapporti con gli Stati». (F.C.)
Pubblicata il: 20 Maggio 2021
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