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Fake news e stile comunicativo del cristiano

Pubblicata il:  30 Marzo 2022



Con qualche cambiamento di programma, sulle giornate del 5 e 26 marzo 2022, il Corso di Alta Formazione in “Giornalismo ed etica” ha fruito dell’importante contributo del responsabile di Radio Vaticana, Vatican News, Massimiliano Menichetti, nel primo incontro, centrato su come l’informazione può curare il mondo, raccontando la verità, senza manipolazioni, seguendo la via della delicatezza nella scelta delle parole. L’attenzione è stata rivolta in particolare al contenuto del messaggio di Papa Francesco relativo a “Fake news e giornalismo di pace” della 52ma GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI, secondo cui già cinque anni fa il Santo Padre teneva a sottolineare come “la diffusione di informazioni infondate, basate su dati inesistenti o distorti e mirate a ingannare il lettore può rispondere a obiettivi voluti, per influenzare scelte politiche e favorire ricavi economici”.

Quanto sia importante tener viva la forza della verità che mai spegne la speranza, specie in tempi di guerra, è stato l’approfondimento principale della giornata del 26 marzo, curato dal Prof. Andrea Monda, che si è soffermato più che altro sullo “stile comunicativo”. Richiamandosi all’Epistola a Diogneto, il direttore dell’Osservatore Romano ha precisato come il giornalista cristiano, che ama la Verità, perché è la Verità che rende liberi (Gv 8,32), entra in relazione con le persone di cui fornisce una qualche notizia, nel rispetto del loro territorio, del loro modo di parlare, di vestire, di cibarsi, di pregare. Con gli occhi del forestiero si fa raccontare la loro verità, con umiltà non strumentale, ma affettuosa, come fa Gesù con i Due di Emmaus (Luca 24,13-35). Chi è umile vuole davvero sapere qualcosa dall’altro e lo lascia parlare, nel ridimensionare il proprio Ego, non pensa mai al proprio tornaconto. Il direttore Monda ha donato ai partecipanti la suggestiva immagine che il filosofo e poeta tedesco Friedrich Hölderlin dà del mare che, senza perdere la propria forza, ritirandosi genera e rigenera la spiaggia, per affermare che il buon giornalista pur mantenendo la propria identità lascia spazio alla verità dell’altro, e la racconta compiutamente solo nel rispetto della sua libertà.

Interessanti gli approfondimenti editoriali e giuridici di Roberto Cetera, docente all’Ateneo Pontificio Sant’Anselmo, e l’esperienza di Gennaro Ferrara, giornalista del TG2000, sull’importanza dell’uso di parole comprensibili e prossime ai telespettatori, in particolare nella realizzazione quotidiana del Diario di Papa Francesco.

La giornata del 26 marzo è stata conclusa da Michele Sciancalepore, Giornalista professionista e critico teatrale del quotidiano “Avvenire”, autore e conduttore di Retroscena in onda il martedì in seconda serata su TV2000”, il quale, nello scandagliare il processo creativo di un’opera teatrale, ha fornito interessanti spunti narrativi.


Vincenza Spiridione
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