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Dall’IO al NOI - Come “coniugare” una rinnovata antropologia

Pubblicata il:  22 Dicembre 2021



Sempre più interessante si sta rivelando il corso di alta formazione sulla lettera enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco, promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura - Seraphicum”.

La passione e la competenza dei docenti finora coinvolti nella riflessione sul documento, si sono rivelate fondamentali per una corretta interpretazione e un sapiente approfondimento della preziosa enciclica che il Papa ha voluto donare a tutti noi.

Le chiavi di lettura che i relatori ci stanno fornendo, offrono l’opportunità di comprendere appieno l’intuizione profonda che ha guidato Papa Francesco nella stesura del documento.

Fondamentale l’accento che egli pone nel sottolineare il passaggio "dall’IO al NOI" in un mondo sempre più chiuso in se stesso, dimentico della naturale vocazione alla socialità dell’uomo, come ci ricordano le parole del poeta e teologo inglese John Donne: “Nessun uomo è un'isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte della terra".

Per questo, forte si leva il grido del Papa quando invita ad uscire dallo stato di autoreferenzialità in cui l’uomo sta sempre più precipitando. E nel cadere, sprofonda con lui anche l’idea di “bene comune”, inteso come “bene relazionale”. È come se, in termini matematici, parlassimo di un bene “moltiplicativo” nel senso che, se solo per una persona il bene è nullo, si azzera anche il bene di tutti.

L’uomo è al centro dei pensieri di Dio, ribadendo l’antropologia come “culla” del nostro pensiero teologico.

Passare dall’IO al NOI sarà forse un'ardua impresa ma necessaria per puntare a “recuperare” una struttura sociale (famiglia, parrocchia fino ad arrivare alla politica): un passaggio che deve essere sì personale ma, anche e soprattutto, comunitario. È anche questo il presupposto che ci guida verso la fraternità. Un valore che Papa Francesco associa a quello dell’amicizia sociale, sottolineando la loro importanza, pur nella distinzione.

L’amicizia sociale è la capacità di entrare in relazione; il riconoscersi con uguale dignità. Valore ostacolato, come evidenzia il Papa, da due grandi nemici: le ideologie e le passioni che troppo dividono e distruggono. È qui che “scende in campo” la Fraternità che, ritrovata e vissuta, è capace di risanare i conflitti e risolvere le avversità.

Riconoscersi nell’essere fratelli è il ponte che Papa Francesco sta provando a costruire per rafforzare il valore della solidarietà che supera confini, ideologie e fedi diverse, ribadendo l’idea di una Chiesa che si confermi in cammino verso la piena comunione.

La Fraternità, allora, nel suo pluralismo sa essere arricchente perché insegna ad andare incontro all’altro, ad accettarlo ed accoglierlo come diverso da sé. Essa si propone come l’unica vera medicina per combattere l’individualismo. Nessuno si può salvare da solo. Tutto è interconnesso!

Pina Sorrentino

 
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