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CATTEDRA KOLBIANA - ARTICOLI:
Un nuovo Kolbe dalle fonti

Pubblicazioni, convegni e testimonianze descrivono aspetti inediti della figura del santo polacco

Non si finisce mai di conoscere bene i santi. Sono davvero “pozzi senza fondo”, espressione del linguaggio comune che riesce a sintetizzare ogni tipologia di ricerca su di essi. E sono “pozzi” che riservano sempre delle sorprese. È il caso del terzo e ultimo volume delle Fonti kolbiane (Edizioni Messaggero di Sant’Antonio di Padova, 2023, pagine 944, euro 80), che chiude una trilogia indispensabile per chiunque voglia approfondire la vita di Massimiliano Maria Kolbe, del quale il 14 agosto (giorno della morte) è la ricorrenza liturgica. I precedenti due testi — editi nel 2017 e nel 2019 — raccolgono, il primo, le lettere del santo francescano, il secondo tutti i suoi scritti ovvero esercizi spirituali, meditazioni, appunti di cronaca, articoli, inediti personali e giuridici.
L’ultimo volume, curato da Raffaele Di Muro, Emil Kumka, Tomasz Szymczak, Roman Wadach e Cristoforo Zambelli, ha come sottotitolo Conferenze - Processo e presenta due importanti novità nel panorama delle opere su Kolbe: le conferenze tenute durante il suo cammino missionario e le testimonianze del processo di beatificazione e canonizzazione.
La prima parte del libro racchiude le conferenze (in totale 336) suddivise in quattro periodi: dal 14 ottobre 1912 all’ottobre 1935; dal 23 giugno 1936 al dicembre 1937; dal 28 gennaio 1938 al settembre 1939; dal 1° settembre 1939 al luglio 1941. Sono conferenze che riescono a offrire al lettore un vero e proprio itinerario spirituale: i testi risultano preziosi non solo per lo studio storico del santo francescano ma aiutano il lettore fedele a vivere una spiritualità in piena adesione con Massimiliano Kolbe. Scorrendo queste pagine si è catapultati nel suo mondo interiore. Date e luoghi scorrono velocemente, registrano parole che rilette oggi conservano tutta la loro freschezza: è la modernità dei santi. Basterebbe leggere, a esempio, il testo di una conferenza (datata 17 aprile 1934) tenuta a Nagasaki, sua terra di missione: «Il silenzio è necessario, perfino indispensabile.
Infatti, quando viene a mancare il silenzio, vengono meno anche le grazie divine. Tacere non significa non parlare affatto, ma dire soltanto quel che l’Immacolata gradisce, né di meno, né di più. Per dire solo quello che è necessario, bisogna vigilare continuamente su se stessi». In un mondo colmo di troppo frastuono come quello di oggi, queste parole hanno del profetico.
La seconda parte racchiude le molteplici voci ascoltate durante il processo di canonizzazione. È un nuovo profilo biografico quello che emerge da queste pagine del tutto inedite: è come essere “a tu per tu” con il santo polacco; il medaglione che viene tracciato è intimo, domestico, accurato anche sotto l’aspetto psicologico, ma soprattutto originale.
Come la testimonianza rilasciata da fra Cornelio Czupryk che conobbe Kolbe negli anni 1927-1933: «Con mente acuta si dilettava in modo eccellente nell’arte della matematica. Egli si applicava alle invenzioni e, ogni cosa che ha ideato, cercava di usare per il suo apostolato». L’ingegno, in ogni occupazione, al servizio di Dio. Non può mancare poi la testimonianza di Franciszek Gajowniczek, l’uomo scampato alla morte ad Auschwitz grazie al sacrificio di Kolbe: «Durante la nostra comune prigionia posso affermare che padre Massimiliano aveva una grande eroica fede. Pregava fervorosamente e invitava altri alla preghiera, ciò che in prigione era sì un gran rischio ma anche un segno tangibile del suo zelo per la salvezza dell’anima di quei poveri condannati. Nonostante che in prigione fosse severamente proibito e punito anche con la condanna a morte, di sera, confessava di nascosto i prigionieri».
Con questa pubblicazione, tutta la letteratura fino a oggi prodotta su san Massimiliano Kolbe sarà da rivedere. Il risultato? Una nuova e più approfondita visione di una delle voci più importanti della Chiesa del XX secolo che ancora oggi ha tanto da raccontare.

Antonio Tarallo

(articolo apparso su "L'Osservatore Romano" del 13 agosto 2024)


 
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