di Antonio Tarallo
A 128 anni dalla sua nascita ritorniamo in quei luoghi per conoscere meglio la spiritualità del francescano martire ad Auschwitz
San Massimiliano Kolbe nasce a Zduńska Wola l’8 gennaio 1894. Sono trascorsi 128 anni da quella data ma il suo nome è vivo, sempre, nella memoria della Chiesa. Massimiliano e la Vergine Maria, binomio indissolubile. Lui, l’innamorato di Maria. Massimiliano, il frate francescano che ha dedicato l’intera sua esistenza alla diffusione della Medaglia Miracolosa, Kolbe l’instancabile difensore dell’Immacolata tanto da fondare un’associazione dedicata a lei: è la nascita della Milizia dell’Immacolata.
Padre Kolbe presenta la Milizia come “una visione globale di vita cattolica sotto forma nuova, consistente nel legame con l’Immacolata, nostra mediatrice universale presso Gesù”. E’ un vero e proprio cammino sui passi della Vergine. Il fulcro della spiritualità e della formazione della Milizia risiede nella consacrazione a Maria, che San Massimiliano Kolbe intende come “trasformazione in lei”. Tre le idee cardine: l’Immacolata, l’amore e la missione. Tutto ciò per una formazione che impegna a crescere: nella dimensione esistenziale, è il primato della vocazione alla santità; in quella ecclesiale, l’amore alla Chiesa e testimonianza della fede cattolica; nella missionaria, grazie alla formazione cristiana delle coscienze e a una nuova evangelizzazione; e - in ultimo - in quella culturale, atta a promuovere la vita servendo l’uomo nello stile francescano di fraternità, gioia, semplicità, accoglienza.
È il 16 ottobre 1917 quando il frate polacco fonda la Milizia dell'Immacolata, assieme a sei confratelli: si riunisce in una stanza dell’allora Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali, all’epoca sede della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” dove Massimiliano Kolbe risiedeva e studiava. AciStampa è andata a visitare questo luogo così importante per la biografia di padre Kolbe. Un luogo carico di grande spiritualità mariana.
Ci troviamo a pochi passi dal Foro Romano e da Piazza Venezia, in una via silenziosa della Capitale. Il palazzetto, sede dell’ex Collegio, si erge in Via di San Teodoro. Qui sembra che il tempo si sia fermato. Le finestre si aprono verso la vegetazione del famoso antico mercato romano. Un penetrante silenzio pervade il cuore di ogni visitatore di questo edificio. E in quest’atmosfera che ha sapore di Paradiso le preghiere degli studenti dell’epoca ancora scandiscono il tempo presente.
Ad aprirci la porta della stanza è fra Dariusz Robert Mazurek, anche lui di origine polacca proprio come San Massimiliano Kolbe. Fra Mazurek è il delegato generale per l’animazione missionaria dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Fra Mazurek, cosa prova un religioso ad abitare nello stesso luogo dove San Massimiliano Kolbe ha fondato la Milizia dell’Immacolata?
Sicuramente una grande emozione anche perché questo luogo oltre ad avere una grande importanza storica per la vita di Kolbe, è pregno di una forte spiritualità. Pensare che in questo edificio abitava San Massimiliano non può non suscitare che diverse riflessioni. Basti pensare che questa stanza conserva le sue reliquie come un pezzettino della sua barba, la sua tonaca ma soprattutto la sua eredità spirituale che ha lasciato qui come una sfida per il tempo presente. Kolbe ci indica, ancora oggi, con forza la via della santità. Certamente davanti a questa immensa figura è facile sentirsi piccoli e pensare alla strada della santità quasi come qualcosa di impossibile. Ma è possibile comunque fare ognuno delle piccole cose per il Signore. Padre Massimiliano Kolbe diceva che qui, su questa terra, si può lavorare con una sola mano perché l’altra mano è impegnata - diciamo così - a stringere la mano della sua Mamma celeste, la Vergine Maria. E il rosario può diventare questo legame spirituale tra la mano della Vergine e la mia mano.
Una mano impegnata, soprattutto, nella missionarietà, fulcro centrale della Milizia. Giusto?
Sì, Massimiliano era soprattutto un missionario. Quando qui a Roma c’erano le manifestazioni della massoneria, Massimiliano non è rimasto con le mani conserte e ha fondato proprio questa bellissima opera che è la Milizia dell'Immacolata. Il suo intento, il suo sogno era quello di “conquistare” tutto il mondo per consacrarlo a Dio attraverso il Cuore Immacolato di Maria. Ma il fatto più straordinario è che Kolbe, pur non conoscendo la missiologia, era riuscito a cogliere il tratto più importante di questa. E come lo faceva? Semplice! Affidandosi prima di tutto a Maria: ogni volta che apriva una nuova missione metteva al centro una statuetta della Vergine, come ha fatto per Niepokalanów, la Città dell'Immacolata in Polonia. Tutto cominciava sempre da questa statuetta. Magari non c’erano mezzi, ma lui - come un piccolo bambino - chiedeva alla mamma come svolgere la sua missione. E, così, provvidenzialmente, pian piano la sua missione si realizzava.
E per concludere questo viaggio all’interno della stanza dove è nata la Milizia dell’Immacolata, AciStampa ha voluto approfondire la spiritualità dell’associazione mariana intervistando il massimo esperto della figura di San Massimiliano Kolbe, Padre Raffaele Di Muro, Preside della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” Seraphicum di Roma, dove è anche direttore della Cattedra Kolbiana.
Padre Di Muro, qual era e quale è il progetto della Milizia dell’Immacolata? Qual è il suo cuore pulsante, la sua anima più profonda?
La Milizia ha un progetto semplice ed efficace: la santità di tutti! E in questa visione un’importanza fondamentale risiede nella preghiera, ma non solo. Il progetto si realizza anche lavorando ed offrendo al Signore ogni nostro piccolo gesto. L’affidamento all’Immacolata è alla base dell’opera missionaria di Kolbe. Lo scrive bene nel dicembre 1937 delineando alcuni appunti per un suo libro: “Appartiene all'essenza della Milizia dell'Immacolata il fatto di essere dell'Immacolata totalmente, sotto ogni aspetto”. E continua: “Di conseguenza, nell'atto di consacrazione i membri della Milizia supplicano l'Immacolata: Ti prego di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà Tua, e di fare ciò che Ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità”. L'anima che fa parte della Milizia dell'Immacolata cessa di preoccuparsi anche della propria eternità. Riconosce che tutto ciò che non dipende dalla propria volontà viene dalla mano di Dio attraverso l'Immacolata.
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