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Sinodalità nella chiesa: come e perché

Pubblicata il:  6 Luglio 2021



San Bonaventura informa propone un articolo della teologa Simona Segoloni Ruta sul Sinodo. Una preziosa occasione di riflessione in vista di un Sinodo che si presenta con numerose novità, attraverso un cammino lungo tre anni - dal prossimo ottobre – e che si articolerà in una fase diocesana, una continentale e una universale che culminerà nell’Assemblea prevista nel 2023 a Roma.

«Il sinodo dei vescovi mette a tema la sinodalità della chiesa e allo stesso tempo le chiese italiane vengono chiamate a celebrare un sinodo (quelle tedesche già lo stanno facendo): è inevitabile che si moltiplichino le riflessioni a tutti i livelli sul tema e il merito di aver portato la sinodalità fuori dagli articoli specialistici degli ecclesiologi per metterla (almeno) sulle labbra di vescovi e fedeli è indubbiamente di papa Francesco. Non che se occupassero solo gli ecclesiologi o che la chiesa abbia mai smesso di vivere questa dimensione essenziale, ma certo non era alla coscienza di tutti: passa la differenza che c’è fra respirare senza pensare e magari, immersi in altre attività, stressare il respiro o inalare ciò che non si dovrebbe, e respirare consapevolmente usando i muscoli necessari e facendo attenzione alla qualità dell’aria.

La sinodalità può essere considerata costitutiva della realtà ecclesiale in quanto consiste nel camminare insieme e non è possibile essere un unico popolo o – nell’immagine ancora più potente usata nelle lettere paoline – un unico corpo senza camminare insieme. D’altra parte si può camminare insieme in modo distratto, senza accorgersi degli altri, lasciando indietro qualcuno o preoccupandosi solo che chi guida percorra un sentiero che gli piaccia. Una cosa è dunque l’identità profonda della chiesa – essere un unico popolo che cammina insieme – altra è la consapevolezza che la chiesa ha di questa sua identità, perché da questa consapevolezza dipendono le prassi concrete che possono realizzare il camminare insieme ma anche impedirlo.
Dal discorso di papa Francesco (17 ottobre 2015) in occasione del cinquantesimo anniversario dell’istituzione del sinodo dei vescovi, l’indole sinodale della chiesa è stata continuamente richiamata e si è avviato un processo di sinodi (a cominciare da quello sulla famiglia) che ha cercato di tradurre in prassi tale rinnovata consapevolezza, fino alla promulgazione di una costituzione apostolica che si occupa proprio del Sinodo dei vescovi (Episcopalis communio) e fino ad un autorevole documento sul tema scritto dalla Commissione teologica internazionale. Pubblicazioni, convegni, seminari di studio si sono moltiplicati e anche nel vissuto delle chiese, nelle parole dei vescovi e dei presbiteri, come anche nell’attenzione della nostra gente si fa largo la parola sinodalità e si guarda ai sinodi come a dei luoghi in cui essa possa essere vissuta. Ma esattamente di che cosa si parla?». (S.S.R.)


 
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