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Rendere possibile l’incontro con Gesù: terzo pomeriggio per approfondire “L’arte dell’annuncio”

Pubblicata il:  15 Marzo 2023



Nel terzo appuntamento del corso “L’arte dell’annuncio”, il 14 marzo 2022, il tema centrale è stato quello delle relazioni. Ha aperto la sessione di studi Don Luigi Maria Epicoco, sacerdote della diocesi dell’Aquila, docente di filosofia e scrittore, che a partire dalla propria esperienza ha evidenziato la difficoltà dell’evangelizzazione oggi in un mondo in cui la fede è ridotta a un fatto privato ed egocentrico, incentrata solo su contenuti e devozioni. Il Vangelo però non parla agli individualisti, ma parla alle persone che capiscono che la definizione più importante della propria vita viene dalle relazioni. Il cuore del cristianesimo è costruire la relazione con la persona di Gesù Cristo non con il messaggio, che è secondario. Solo la relazione con lui trasforma il suo messaggio in esperienza. Evangelizzare, quindi, è creare i presupposti per rendere possibile la relazione con Gesù. Quando l’incontro diventa possibile, secondo l’esempio di Giovanni Battista, bisogna togliersi di mezzo. Ogni vera evangelizzazione ha come scopo scomparire. Per fare questo, partendo dal contesto in cui è vissuto, Epicoco ha sperimentato negli anni una modalità di annuncio che ha chiamato “Esercizi di realtà”. Sono cinque passaggi caratterizzati da una semplice catechesi cui segue un tempo di circa un mese tra un incontro e l’altro in cui si applica un modo realistico di vivere gli elementi essenziali della fede cristiana. Il Dio reale, che per Epicoco va distinto dal Dio psicologico intimista che ognuno di noi rischia di crearsi per illudersi di soddisfare i propri bisogni, si incontra infatti in cinque modi: attraverso la Parola, che ci insegna ad ascoltare Dio; attraverso Maria, la madre che ci insegna a guardare Dio; attraverso l’Eucarestia, in cui facciamo un’esperienza concreta e fisica di Dio; attraverso la Carità, che, se non è mera filantropia, ci porta a vivere in prima persona la gratuità dell’amore di Dio; la Misericordia, che ci insegna a voler bene e a sentirci voluti bene semplicemente per ciò che siamo permettendo una piena riconciliazione con se stessi fino ad essere persone pacificate. L’arte dell’annuncio richiede quindi questo profondo incontro salvifico con un Dio reale che ci trasforma, ma ciò non è possibile senza una buona guida spirituale. Nessuno può fare un’esperienza cristiana da solo. E quali sono, secondo Epicoco, le caratteristiche di una buona guida spirituale? La guida spirituale, innanzitutto, non vuole essere una guida spirituale, non cerca adepti, non risponde alle domande, ma aiuta l’altro a farsi le domande giuste, parla pochissimo, mette la punteggiatura alle parole dell’altro e soprattutto crea indipendenza, non lega mai a sé.
Don Luigi ha sintetizzato il suo intervento sottolineando che evangelizzare è semplicemente rendere possibile questo incontro reale con Cristo attraverso la riscoperta di ciò che la Chiesa offre da duemila anni per restituirlo al mondo di oggi senza preoccuparsi dei risultati da raggiungere. La vita nuova, infatti, arriva dall’incontro con Gesù, che svela l’unicità di ogni persona, il suo essere inedita. L’evangelizzazione non è una tecnica, ma funziona proprio sulla libertà delle persone.
Il pomeriggio è proseguito con un secondo aspetto fondamentale per l’annuncio, ovvero il tema della leadership spirituale proposto da Gianluigi De Palo, giornalista e Presidente nazionale del forum delle associazioni familiari. Se annunciare è servire, se l’evangelizzazione è impossibile senza delle valide guide spirituali, l’evangelizzatore volente o nolente deve imparare ad essere leader. De Palo ha esaminato il concetto di leader nella cultura di massa contemporanea, che vede in questa figura il vincente, il ricco, la persona di successo con una grande fama e notorietà. Il leader è colui che raggiunge gli obiettivi, a prescindere da quali siano. Questa idea di leader certamente è poco funzionale all’annuncio del Vangelo. Meglio è parlare, infatti, di leadership termine che indica la funzione del leader, che potremmo tradurre nell’arte del condurre, una pienezza di vita che viene trasmessa. In questo senso tutti siamo leader, perché tutti nella nostra rete di relazioni possiamo condizionare le scelte altrui. In questo senso l’evangelizzatore deve essere un leader con un modello chiaro che è quello di Gesù Cristo, colui che non deve vincere, anzi che si lascia sconfiggere per amore. E il fatto che nostro malgrado non possiamo essere cristiani senza essere leader lo dimostra la Sacra Scrittura in cui molti protagonisti sono leader senza volerlo (Abramo, Mosè, Davide, Gedeone, Pietro). L’incontro si è concluso spiegando che ci sono cinque livelli di leadership da tenere in considerazione. Ci sono persone che ci seguono perché devono farlo per il ruolo che ricopriamo (genitori, sacerdoti, professori, dirigenti d’azienda…); persone che ci seguono perché vogliono farlo attratti dal modo in cui curiamo le nostre relazioni; persone che ci seguono per ciò che abbiamo fatto per l’organizzazione, per la comunità in cui siamo inseriti; persone che ci seguono per ciò che abbiamo fatto per loro, per come le abbiamo aiutate a crescere; persone che ci seguono per ciò che rappresentiamo, per l’istituzione che siamo diventati (basti pensare a figure evocative come Madre Teresa di Calcutta). C’è un elemento fondamentale, però, che è alla base di una buona leadership spirituale, ovvero la consapevolezza che tutto nasce da un debito. L’essere leader nell’annuncio nasce da un’esigenza del cuore. Hai ricevuto un amore talmente grande, che devi e desideri annunciarlo. L’annuncio nasce pertanto da una pienezza che comporta anche una grande responsabilità.
“L’arte dell’annuncio” prosegue con un ciclo settimanale di lezioni fino al 9 maggio in cui sarà sviluppato il tema dell'annuncio sotto i profili biblico, liturgico e catechetico grazie al contributo di altri validi testimoni come Marco Frisina, Rosanna Virgili, Dominik Jurczak, Raffaele Di Muro, Lucio Adrián Ruiz, Antonio Tarallo, Enzo Biemmi, Angela Tagliafico.










 
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