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La clarissa Caterina da Bologna

Pubblicata il:  12 Luglio 2021



Nella nuova tappa della rubrica “Santità francescana” di San Bonaventura informa, fra Raffaele Di Muro presenta la figura di Caterina da Bologna, la clarissa chiamata “la Santa” il cui corpo incorrotto è conservato nel monastero delle Clarisse di Bologna.

«Caterina de’ Vigri nasce a Bologna l’8 settembre 1413 ma trascorre la sua infanzia con la sua famiglia alla corte estense di Ferrara. Nel 1426 abbandona lo stile cortigiano per dedicarsi alla sequela del Signore mediante un cammino di conversione che culmina nella fondazione del Corpus Domini, in compagnia di alcune compagne e sotto la guida dei frati francescani. Nel 1456 si reca a Bologna per la fondazione di un altro monastero che pure è intitolato al Corpus Domini. Lascia il centro ferrarese per aderire all’invito dei frati di costituire un altro centro di irradiazione spirituale nel capoluogo emiliano. È Abbadessa fino alla sua morte che giunge il 9 marzo 1463. Il suo corpo è custodito incorrotto fino ad oggi presso il monastero.
La figura di Caterina è davvero rilevante nel panorama della riforma osservante alla quale aderisce convinta per favorire una maggiore vigoria del carisma francescano in Italia. Compone opere di grande valore spirituale che esprimono un vero e proprio itinerario ascetico verso la mistica. Si tratta de Le sette armi spirituali e de I dodici giardini.

Nel primo componimento sono evidenziate le virtù che conducono ad un pieno abbandono alla volontà divina: esse inclinano a vincere le proprie passioni fino a raggiungere l’affidamento pieno all’amore provvidente e misericordioso di Dio. Nel secondo, invece, in adesione alla tradizione spirituale francescana, descrive un percorso a tappe che ha come vertice la fase mistica. É una scrittrice di valore e dai contenuti assai profondi, ma è soprattutto il suo esempio a parlare alle consorelle, ai frati ed ai fedeli che la considerano una maestra di vita spirituale. É, tra l’altro, una donna molto ricca dal punto di vista dei talenti artistici e musicali in particolare. Illuminata Bembo, sua sorella di monastero, scrive una breve ma significativa biografia, evidenziandone il vissuto penitenziale e la sua costante tensione alla comunione con Cristo.

La sua sapienza spirituale illumina il mondo francescano in un tempo di rinnovamento e di ricerca di maggior fervore da parte dei religiosi dell’Ordine serafico. Nel cammino de I dodici giardini, così Caterina descrive la fase unitiva di questo esaltante percorso: «Ordunque ti resta che tutta ti sommerga in quella ineffabile dolcezza della divina carità, la quale nel tuo dodicesimo ed ultimo giardino distillerà in te della divina dolcezza. Nel dodicesimo ed ultimo giardino (la divina carità) distillerà in te dolcezza di inestimabile e incomprensibile inenarrabile carità divina, nella quale tu tanto ebbra, tanto congiunta, tanto assorta e tanto sommersa e inabissata dimentica di ogni tuo sentire e non sentirai pena, non tormento, non cosa tanto ardua e dura, che ti possa (anche solo) di un minimo distogliere da quella supereminente fruizione di tanta soavità e diletto, dicendo con il nobile trionfatore Paolo: “Chi mi separerà dalla carità di Dio; tribolazione e angustia, fame o persecuzione, o spada” (Rm 8,35)» (I Dodici giardini, XIV,1)». (R.D.M.)

 
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